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Delle circa 3.000 persone morte finora in Italia per le conseguenze del Coronavirus, la gran parte sono anziani. Anziani sì, ma con un “quadro clinico compromesso” si affrettano a precisare i giornalisti nel dare queste notizie. Come dire, “morire dovevano comunque” e la cosa, quindi, non riguarda più di tanto i giovani. Quasi ad esorcizzare la gravità della situazione in rapporto alle presunte minori minacce per tutti noi, “altri”. Read More
Il prossimo 3 maggio si vota a Bolzano per il consiglio Comunale e per il Sindaco e nella campagna elettorale si ripresenterà, come da decenni ormai, il tema “Bolzano-Capoluogo”. Ma come, ci si potrebbe chiedere, Bolzano non è già il capoluogo dell’Alto Adige/Südtirol? Sì, sulla carta. No, nella realtà. La città di Bolzano è straordinariamente disomogenea ripetto al resto del territorio provinciale e per questo mai compiutamente riconosciuta nel suo ruolo di capoluogo. Bolzano è “altro” per storia, per composizione sociale, per componenti economiche, per lingua prevalente ripetto alle vallate. Città e campagna sono più lontane ed estranee tra di loro che mai. Vivono vite proprie autonome e parallele, si sfiorano, ma si incontrano solo quel tanto che basta. La forze politiche bolzanine, del resto, sono anch’esse espressione di questo stato di cose e tendono a riprodurlo. Usiamo questi (pochi) 60 giorni per conoscere, confrontare, decidere le migliori proposte concrete per la nostra città di Bolzano. Per Bolzano-Capoluogo, invece, la strada è ancora lunga e passa anche per gli altri 115 Comuni della provincia.
(www.albertostenico.it)
Borsa in rialzo per le azioni “giovani-scuola-lavoro” in provincia di Bolzano. A spingere le aspettative verso l’alto è innanzitutto il successo della iniziativa per contrastare l’abbandono scolastico: solo l’1% dei giovani iscritti alle scuole nella fascia dell’obbligo non porta a termine il ciclo scolastico. I sostegni interni ed esterni alla scuola messi in atto dalla Provincia Autonoma di Bolzano consentono di garantire il diritto allo studio a tutti e di non lasciare per strada praticamente nessuno. Non è sempre stato così e non è così in tutti i territori in Italia ed all’estero. Molti adulti nel passato, non hanno potuto godere di questo diritto: sono stati necessari i contratti di lavoro per consentire loro di recuperare l’obbligo scolastico, negato nell’età scolare. Le 150 ore di diritto allo studio. Read More
Sono nati nello stesso anno, 1818, e poco lontani l’uno dall’altro, in Germania lungo il Reno. Hanno dedicato la loro vita a propugnare un modello nuovo di economia, Karl Marx e Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Il primo, passa alla Storia, eccome!, il secondo rimane nell’ombra soprattutto nelle periferie agricole centroeuropee. dove propugna le sue riforme sociali. Utopie, per quei tempi nei quali a piccoli contadini, artigiani ed operai. nessuno pensava si potesse affidare l’autogoverno e l’autogestione delle imprese. Così invece fu, a partire dalle banche in forma cooperativa,
strutture agricole e via, via le altre forme di servizi per la comunità. L’utopia si era fatta concreta. Read More
Pionieri nel campo della medicina, della finanza, del commercio internazionale, delle comunicazioni, delle arti, della emancipazione femminile: queste solo alcune delle straordinarie doti presenti nella comunità ebraica altoatesina prima del 1938, anno di applicazione delle leggi razziali italiane. Non più di mille persone tra Merano e Bolzano, con intensi rapporti con la Mitteleuropa ed il resto del mondo e con una mentalità aperta, cosmopolita e liberale, merce rara nella società sudtirolese. Una comunità che dava al nostro territorio proprio quello di cui esso mancava, costretto com’era (e com’è parzialmente anche oggi) nel confronto/conflitto sul confine etnico tra mondo italiano e quello tedesco. La comunità ebraica consentiva anche a tutti gli altoatesini e sudtirolesi di confrontarsi con una diversa e pacifica fede religiosa, diversa da quella cattolica maggioritaria, se non esclusiva. Prima con la politica fascista italiana, poi con l’occupazione delle truppe tedesche e dalle persecuzioni naziste, questa comunità è stata barbaramente cancellata. Solo poche decine di ebrei sono sopravvissuti, azzerate le loro imprese, le loro eccellenze professionali, il loro sorprendente poliglottismo, i loro “salotti” che ospitavano il meglio della cultura europea.
Abbiamo cancellato una comunità. “Abbiamo”, perchè la pulizia etnica degli ebrei altoatesini ha avuto tante corresponsabilità all’interno della comunità locale e non solo tra i dittatotori di Roma e di Berlino.
La fine, spesso atroce, di questi nostri concittadini è un incommensurabile lutto umano. Ma rappresenta anche la perdita di una straordinaria componente della nostra società. Con loro, con i nostri concittadini ebrei, saremmo oggi un po’ diversi.
Migliori.
(www.albertostenico.it)