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In provincia di Bolzano lavorano migliaia di “pendolari continentali”. Sono le badanti, i lavoratori del turismo, gli operai agricoli stagionali. Il tragitto casa-lavoro per queste persone é di 30/40 ore: Romania, Polonia, Moldavia, Ukraina. Si lavora in Alto Adige, ma la famiglia rimane nei Paesi d’origine e si cerca di visitarla quanto piú spesso possibile.
Le energie rinnovabile stanno rivoluzionando il settore dell’energia. Dal monopolio pubblico (o dall’oligopolio privato), con tutto il potere al centro e “in alto”, stiamo passando finalmente al decentramento delle decisioni, delle scelte e quindi anche del potere. Aria nuova per l’economia ed anche per la democrazia.
È inverno, ma nel Parlamento italiano si parla di spiagge. Si parla, o meglio si nega, la possibilità che per l’uso e l’utilizzo delle spiagge demaniali si svolgano regolari gare d’appalto per la scelta dei gestori. Finirà che saranno prolungate le concessioni agli attuali gestori: chi è dentro é dentro, chi e fuori e fuori.
Il nuovo consiglio provinciale di Bolzano elegge la sua nuova Presidente con 18 voti su 35. Una maggioranza aritmetica, ma nessuna vera maggioranza politica. Il Consiglio provinciale é il massimo organo di democrazia rappresentativa della nostra provincia, ma viene eletto da un numero sempre minore di cittadini ed esprime una presidente col 50,….% dei voti del Consiglio. Una spia rossa si é accesa e deve preoccupare tutti noi. Una democrazia debole non puó affrontare i problemi epocali che abbiamo di fronte. Con l’aritmetica non si risolvono i problemi politici. Oggi si é persa l’occasione di cominciare un percorso nuovo e smetterla con le repliche del passato; la Presidenza del Consiglio provinciale é una carica istituzionale e non un tema del “pacchetto” riservato ai partiti della coalizione di governo. Il Consiglio é una cosa, la Giunta é un’altra. Oggi si é fatta di nuovo confusione. A danno di tutta la nostra comunità locale.
Nei Paesi europei dove i dipendenti partecipano alla gestione delle loro imprese, stanno meglio sia i dipendenti che i datori di lavoro. La collaborazione fa bene all’economia e si vede. I Paesi “primi della classe” arrivano ad avere fino al 50% di azionisti-dipendenti nelle grandi imprese e una diffusa presenze di dipendenti nei consigli di sorveglianza e di amministrazione delle stesse. I Paesi “ultimi della classe” nella collaborazione tra le parti sociali sono purtroppo anche i piú deboli davanti alle nuove sfide dell’economia. In Italia, per esempio, non è mai stato applicato né da sindacati, né da datori di lavoro, l’articolo 46 della Costituzione che prevede “il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende”. Si pensa che esso rappresenti un’utopia o una rinuncia alla propria identità “di parte”. Ma per uscire dalla crisi italiana, e anche da quella altoatesina, ci vorrà invece sempre piú collaborazione tra capitale e lavoro, ci vorrà piú democrazia economica e piú responsabilità sociale diffusa. Non potremo mai dare il colpo d’ala necessario, replicando stancamente un vecchio inefficace modello di relazioni sindacali e sociali. C’é urgente bisogno di “innovazione delle relazioni”.