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Le difficoltà dei giovani di poter abitare per conto proprio aumentano, anziché diminuire. Anche la pur generosa legislazione provinciale ha fallito il suo obiettivo: ben pochi giovani hanno a disposizione 300.000 euro per comperarsi un appartamento. I piú devono rinunciare al diritto fondamentale di vivere indipendenti e costruirsi una propria vita affettiva e familiare. Si rischia di vedere mortificati gli anni migliori della vita in attesa ….
Le difficoltà dei giovani ad avere prima possibile un alloggio, diventano anche un freno allo sviluppoo della nostra comunità. Meno indipendenti sono i giovani, meno famiglie si formano, meno iniziative professionali ed imprenditoriali si sviluppano. La libertà nell’abitare é la premessa per poter assumere un ruolo proprio nella società.
Per questo é necessaria una nuova priorità nella politica della casa della Provincia: diritto alla vita indipendente! Le soluzioni ci sono: riserve di alloggi Ipes e graduatorie speciali per giovani, piano straordinario per l’utilizzo di alloggi sfitti con garanzie ed integrazioni ai proprietari che affittano a loro, modifiche alle norme sul convenzionamento obbligatorio degli alloggi introducendo deroghe per l’affitto ai giovani.
Aumenta la povertà anche in provincia di Bolzano e si fa strada l’dea di un reddito minimo “di cittadinanza”, garantito a tutti. Alcuni partiti ne propongono l’introduzione : l’idea é generosa, ma tutta da approfondire sia per la sua difficile sostenibilità economica, sia per i rischi di eccesso di assistenzialismo.
Molto piú concreta e giustificata è invece la proposta di reddito minimo “di inserimento”, riservato ai disoccupati che accettino di partecipare ad un percorso di riqualificazione reinserimento al lavoro. Non solo quindi la cassa integrazione o la disoccupazione, cifre modeste pagate per sopravvivere (male!), ma un salario pressoché normale pagato ai disoccupati “volonterosi” che si assumono doveri e diritti superiori agli altri. Un reddito al 95% di quello normale contro l’impegno a seguire un coach, col quale compiere il percorso verso il nuovo lavoro, anche diverso dal precedente. Una indennità che attiva le persone invece che un reddito minimo garantito senza condizione ed in definitiva umiliante per chi lo riceve. investire per il lavoro, anziché pagare per il “non lavoro”.
La crisi ha portato la disoccupazione anche in Alto Adige. É finita l’illusione di vivere in un “isola felice” ed é tornata la dura realtà del mercato del lavoro. Quello privato, perché il mercato del lavoro pubblico non assorbe piú. Chi cerca oggi un’occupazione, si confronta con le sue regole, anche quelle non scritte. La prima fra tutte é quella che le aziende chiedono personale bilingue. Dalla commessa, al tecnico, all’amministrativo, il bilinguismo é precondizione per l’assunzione. Torna alla luce la vera specialità del nostro mercato del lavoro e cioé la conoscenza delle lingue come fattore di base della professionalità. La politica se ne sta accorgendo, ma con grande ritardo: la sfida non é solo quella della scuola di base, ma anche quella della formazione degli adulti. Se non la si incentiva e la si attiva rapidamente (anche in azienda), cresce il pericolo dei due mercati del lavoro, serie a) e serie b). La provincia di Bolzano ha bisogno di un nuovo grande progetto di diffusione del bilinguismo tra tutti i gruppi sociali e tutte le fasce di età. Gli esperimenti nelle scuole non bastano!
Dal 1972 ad oggi il nostro bilancio provinciale è cresciuto di 20 volte. Abbiamo vissuto quarantanni con il segno piú, grazie alla crescita economica della nostra provincia, ma anche soprattutto alle trattative finanziarie con lo Stato, concluse con successo. Ora le cose stanno rapidamente cambiando: la crisi economica ha raggiunto anche la nostra “isola felice” e il bilancio provinciale non cresce più. Del resto abbiamo chiesto noi ( e ottenuto) di avviarci verso l’autonomia finanziaria e fiscale della nostra Provincia. Quindi i conti si faranno sempre meno a Roma e sempre piú a Bolzano. E qui comincia il bello! Decidere quali spese e quali investimenti hanno la priorità, quali spese sono da tagliare, i prelievi fiscali, la lotta all’evasione, quali servizi devono essere garantiti gratuitamente a tutti e quali no,……Domande che hanno bisogno da subito di risposte urgenti.
Fare i conti a Bolzano vuol dire anche cambiare le relazioni sociali e democratiche. Non bastano più le buone relazioni col partito nazionale del momento, ma serve sempre più partecipazione diretta e responsabile degli altoatesini. Non basta piú il partito solo al governo e nemmeno la coalizione “pigliatutto”. Tutti gli altoatesini hanno il diritto/dovere di partecipare a “fare i conti a Bolzano” ,solo cosí i conti saranno veramente “giusti”!
A seconda della lingua italiana o tedesca, la realtà altoatesina viene percepita in modo diverso. Due film. Lo si puó constatare ogni giorno sfogliando giornali, guardando le televisioni, partecipando a manifestazioni pubbliche: a seconda della lingua, cambiano anche gli argomenti. Due comunità linguistiche distanti tra loro. É l’effetto della lunga e differente storia che abbiamo alle spalle, ma anche paradossalmente di importanti sviluppi attuali. La forte influenza delle tv nazionali per gli italiani, specularmente la propensione dei sudtirolesi verso i grandi network tedeschi. Non solo giudizi diversi, ma anche informazioni diverse. Il tutto accentuato dalla situazione di crisi delle Istituzioni Italiane.
L’ importante é che i due film abbiano lo stesso lieto fine, un futuro comune e condiviso per l’Alto Adige/Südtirol!