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Quello della disoccupazione giovanile è un problema serio anche in provincia di Bolzano. Bene hanno fatto quindi, la Giunta provinciale e le parti sociali a confrontarsi per trovare soluzioni concrete per i nostri giovani. Ma, tra diverse interessanti misure relative al settore privato, c’è anche il ritorno di “Mamma Provincia” come possibile datore di lavoro dei giovani disoccupati. Sia pure al netto da stagione dimpromesse elettorali, si pongono al cittadino- contribuente, alcune domande, prima fra tutte: esiste realmente un fabbisogno di nuovi impiegati in Provincia? E se esiste, si è verificata la possibilità di risolvere eventuali carenze di organico tramite la mobilità interna dai settori con esubero di organico?
Il Presidente della Giunta Provinciale ha inoltre dichiarato(se non ho capito male) che, per velocizzare le assunzioni, si potrebbero evitare i concorsi pubblici e provvedere ad assunzioni dirette.
Non perdiamo la bussola! I posti di lavoro per i giovani ( e meno giovani), dovranno essere creati nell’economia reale, nell’economia privata. alla Provincia il compito di stimolare l’economia e produrre servizi ai cittadini in modo efficiente ed economico. La Provincia deve creare sviluppo per tutta la società e smettere di essere essa stessa un’agenzia occupazionale, come nei decenni scorsi.
La nostra provincia è disseminata di monumenti alle contrapposizioni ed alle identità separate. Un libro aperto su storie diverse e misconosciute dagli uni e dagli altri. Un passato che continua a pesare sulla vita quotidiana in provincia di Bolzano. Un passato che non passa e torna a galla ogni qualvolta la nostra comunità provinciale deve decidere circa il suo futuro. Sappiamo bene cosa eravamo, ma non siamo in grado si decidere cosa vogliamo diventare. E adesso il tempo stringe e i problemi pongono domande urgenti e fondamentali: la recessione economica, l’Autonomia schiacciata tra Roma e Bruxelles, l’integrazione dei nuovi concittadini. Non possiamo camminare con la testa girata all’indietro. Abbiamo bisogno di costruire in provincia di Bolzano un futuro condiviso. Condiviso da molti, da cittadini di diversa lingua, cultura ed opinione politica. Il passato passa solo se cambieremo mentalità, chiuderemo il ciclo delle contrapposizioni ideologiche e saremo disposti a metterci a lavorare assieme, senza vecchi pregiudizi e preclusioni .
Ascoltando le proposte elettorali di molti candidati, pare che l’uso dell’aritmetica sia sospeso. Due piú due non fa piú quattro. Ognuno immagina riduzioni fiscali ed aumento di prestazioni a carico di Provincia, Comuni, Inps,. La parola “debito pubblico” è stata rimossa dal vocabolario. Tutto viene dichiarato possibile, in campagna elettorale e fino al 27 ottobre. La concorrenza tra partiti e candidati rischia di esercitarsi proprio su chi fa promesse economiche e sociali piú generose per gli elettori. Solo il giorno dopo le elezioni , finita la campagna elettorale, il 28 ottobre, si riprenderà l’uso dell’aritmetica e si tornerà alla realtà dei conti.
Correttezza ed onestà verso gli elettori ci impone invece di dire da subito la verità: mettiamo tutti l’etichetta col prezzo sotto le nostre proposte. E diciamo anche chi quel prezzo dovrà pagarlo!
Lo spettacolo di un’Italia paralizzata dalle contrapposizioni tra schieramenti non piace piú a nessuno e tantomeno agli italiani che vivono le angoscia quotidiane con problemi e domande,cui la politica non risponde. Berlusconi sí/Berlusconi no, comunisti/fascisti, Marchionne/Fiom, razzisti/buonisti, solo alcuni esempi di un bipolarismo forte nell’intolleranza reciproca, debole nei contenuti.
L’Alto Adige e la sua Autonomia non hanno bisogno della stessa cura: noi persone che viviamo qui abbiamo capito che siamo tutti sulla stessa barca e che vogliamo e dobbiamo convivere e collaborare. Tanto piú che l’Autonomia e i suoi vantaggi non sono per nulla garantiti a tutti ed a vita. Abbiamo di fronte un ciclo economico col segno meno, le competenze di Roma e di Bruxelles invadono e annullano le nostre, la globalizzazione delle merci e delle persone non si ferma a …Salorno e nemmeno a Brennero. Sfide che riguardano il futuro della nostra comunità provinciale per i prossimi decenni.
C’é bisogno quindi di far sentire tutte le voci dentro la nostra Autonomia. Una sola, quella della maggioranza, non basta. I cittadini di lingua italiana dell’Alto Adige hanno molto da dire e da fare per l’Autonomia e non devono “importare” a Bolzano i difetti della politica nazionale, ma trovare nuove forme di rappresentanza politica piú avanzata. Lo schema destra/sinistra, autonomisti doc/antiautonomisti ha impedito da vent’anni una partecipazione piena degli italiani all’Autonomia, ne ha lasciati tre su quattro fuori dalla porta. É tempo di un’Autonomia piú voci.
Non passa settimana senza la chiusura di un’impresa, un fallimento, una messa in liquidazione. La recessione ha raggiunto Bolzano, dopo essere stata negli ultimi anni un “affare italiano”, contenuto a sud di Salorno. Numeri ancora modesti (PIL: -0,5%, disoccupazione al 5,4%), ma che incrinano lo spirito generalmente ottimista di altoatesini e sudtirolesi: c’é in giro piú insicurezza e piú paura. E chi paga,
paga tanto, sia in termini economici, che di status sociale. E paga anche in silenzio, senza proteste chiassose, come si usa qui da noi. Ma qui da noi, la recessione mette in luce rapidamente anche gli anelli deboli della pace sociale, della “Sozialpartnerschaft”. Negli ultimi trent’anni essa aveva sonnecchiato all’ombra dei bilanci provinciali generosi, della crescita economica e della piena occupazione. Ora le ruota gira al contrario e nei prossimi tempi saranno da aspettarsi ancora crisi aziendali, dimagrimento del bilancio della Provincia, maggiore tasso di disoccupazione. E le reazioni dei gruppi sociali più colpiti si fanno sentire:
– potenziale conflitto col settore pubblico che garantendo il “posto sicuro” ai suoi dipendenti crea due categorie di cittadini, quelli di serie A) e quelli di serie B);
– crescente presa di distanze dal “sistema Italia”,individuata come fonte della recessione altoatesina, importata da sud;
– acuirsi della tematica “immigrazione”, particolarmente da parte di chi, colpito dalla crisi, viaggia sull’ascensore sociale in discesa.
Sintomi gravi per la coesione della nostra comuità provinciale.
Quindi, non solo recessione economica e sociale, ma anche nuvole scure per la convivenza.
Da qui l’urgenza di intervenire per rilanciare l’economia e l’occupazione, non solo a favore del portafoglio degli altoatesini/sudtirolesi, ma anche per evitare che si allarghino le crepe nella pacifica convivenza in provincia di Bolzano.