Alberto Stenico

Ormai è acclarato: tra le lingue insegnate nelle scuole della provincia di Bolzano, la lingua più amata è l’inglese. Amata, imparata e considerata dagli studenti la più importante e la più utile. Nelle scuole in lingua tedesca, l’inglese scalza l’italiano, nelle scuole in lingua italiana l’inglese scalza il tedesco. La tradizionale disaffezione per l’apprendimento della seconda lingua provinciale, trova la sua ulteriore e definitiva giustificazione nel primato dell’inglese come lingua universale che apre le porte per ogni carriera o contatto interpersonale nel mondo. I giovani altoatesini parlano bene l’inglese e male l’italiano ed il tedesco. Del resto si consolida la prassi delle grandi imprese di adottare l’inglese nella comunicazione interna. Ancor più significativa è la tendenza di molti dei nuovi addetti ai servizi pubblici (sanità, trasporti, sicurezza, comunicazioni, ecc.) di proporsi all’utenza locale altoatesina prospettando la comunicazione in inglese, in carenza di conoscenza da parte loro del tedesco o dell’italiano. Si aggiungano poi le diverse nuove sperimentazioni nel mondo della scuola locale, accanto all’Università ed ai diversi istituti di ricerca. Sempre più vaste sono le deroghe alla conoscenza delle lingue provinciali, base della comunicazione e della comprensione tra le persone che vivono in questo territorio. Il grande alibi è l’inglese che sostituisce il tedesco e l’italiano, anziché aggiungersi a loro.
Esso diventa sempre più per molti la giustificazione morale per non affrontare il faticoso percorso del bilinguismo italiano/tedesco, base insostituibile per il processo di convivenza in provincia di Bolzano.
L’inglese è importante in quanto si aggiunge alle lingue locali, non in quanto le sostituisca e lo si usi per rendere obsoleto il bilinguismo.
Uffa il tedesco!, uffa l’italiano!, viva l’inglese?
(www.albertostenico.it)

Condividi

Anche il Primo Maggio, i sindacati altoatesini vivono da separati in casa. Festeggiamenti in luoghi anche simbolicamente diversi: le Confederazioni in città, a Bolzano, il Sindacato Autonomo Sudtirolese in montagna, a Fiè allo Sciliar.
Eppure di Sindacato Unitario ce ne sarebbe bisogno, eccome. Una voce unitaria e forte che parlasse a nome delle persone che, pur in tante forme differenti, vivono del proprio lavoro. Invece le voci risultano diverse, spesso in dissonanza o in concorrenza tra loro. In questo modo, il messaggio dal mondo del lavoro non acquista il peso che merita.
A rimanere uniti, i Sindacati ci hanno provato, ma è durata poco: messi assieme essi rappresentavano un soggetto importante ed autonomo della società. Forse questo punto di forza, l’autonomia, diventava anche il punto di crisi nei rapporti con il mondo della politica. Alla fine della prima guerra mondiale, ad esempio, dal 1919 si ricreò un movimento sindacale unitario interetnico attorno alla figura del meranese Silvius Flor. Ciò risultò, però incompatibile con la politica corporativa del Governo fascista dell’epoca che impedì dal 1924 lo sviluppo di questa esperienza. Read More

Condividi

Il mondo cambia velocemente e con esso il tema del bilinguismo provinciale. Le innovazioni tecnologiche, sociali e di costume influiscono profondamente anche sul modo di comunicare tra le persone della provincia di Bolzano e relativizzano l’importanza che era sta assegnata all’uso delle lingue locali. I fattori sono tanti e tutti convergenti.
Il posto di lavoro nel Pubblico Impiego, nel passato méta agognata da molti e condizionato al posseso del Patenntino di bilinguismo, ha perso di attrattività. Tanti posti messi a concorso rimangono scoperti per mancanza di candidati interessati. Il possesso del Patentino può essere considerato sempre meno la “tessera del pane”.
Nel mercato del lavoro privato, con grandi carenze di manodopera, lo squilibrio tra domanda ed offerta è tale
per cui le imprese soprassiedono al requisito linguistico pur di riuscire a trovare gli indispensabili collaboratori. Read More

Condividi

“Non si trova personale”, è quanto ci dicono le imprese della provincia di Bolzano, alle quali si sono aggiunti anche gli Enti Pubblici ed il settore sociale. La collettività intera fa i conti con l’insufficienza dei flussi di nuovi collaboratori in entrata nel mondo del lavoro locale. Il problema si è fatto così acuto da sconvolgere molti tradizionali schemi dell’economia e della politica locali. Pensiamo, ad esempio, al tema dell’immigrazione, considerata ormai generalmente un fatto necessario, altrimenti “chi ci fa i nostri lavori”. Nella particolare situazione etnica e linguistica della provincia di Bolzano, si stanno intaccando inoltre importanti principi statutari come la proporzionale e l’obbligo del bilinguismo, pur di avere i necessari collaboratori nel Pubblico Impiego, in primis nella sanità. Read More

Condividi

Abbiamo definitivamente tra noi il tema del pluralismo religioso. Ce lo hanno ricordato diversi episodi delle ultime settimane, differenti tra loro, ma espressioni di nuovi e profondi processi di cambiamenti sociali. All’insegnamento della Religione Cattolica nelle nostre scuole, partecipano sempre meno studenti e il 14,6% del totale di loro ha chiesto espressamente l’esonero. Nelle nostre scuole aumenta contemporaneamente il numero di giovani di differenti nazionalità con famiglie che praticano Religioni diverse da quella Cattolica. Tendenza in aumento. Read More

Condividi
WP Facebook Auto Publish Powered By : XYZScripts.com