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Inutile girarci intorno: i profughi che vediamo oggi nelle nostre strade, sono anche i nostri concittadini del futuro. Con l’andare del tempo, la distinzione tra rifugiati, profughi, clandestini perderà di significato.
L’Italia peraltro è maestra di sanatorie… Il tema vero non è quindi quello dell’accoglienza o dell’assistenza (doverose), ma sempre più quello dei diritti di cittadinanza da garantire a queste persone. Non possiamo immaginare una società a diritti variabili: sanità, istruzione, libertà religiosa, assistenza sono diritti universali, non negoziabili, nei nostri Paesi. Quindi fase 1) accoglienza, fase 2) cittadinanza. Aggiungi un banco a scuola, un letto in ospedale, un nuovo luogo di culto, un posto di lavoro, un alloggio sociale. Insomma, aggiungi un posto a tavola. Ne siamo consapevoli?
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